16 maggio 2025 Redazione
Bastogi non si arrende: il cantiere sociale come atto di resistenza e dignità
A Bastogi, quartiere simbolo delle periferie dimenticate della Capitale, oggi si è levata una voce chiara e forte: nessuno deve essere lasciato solo. E chi è stato abbandonato pretende giustizia. Un messaggio che risuona tra le macerie della palazzina distrutta dall’incendio dell’8 marzo 2024, dove cittadini e associazioni stanno ricostruendo, con le proprie forze, ciò che l’amministrazione ha scelto di ignorare.
In visita al cantiere sociale di Bastogi è arrivato Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, accompagnato da Luca Blasi, assessore alle Politiche Abitative del Municipio III e responsabile Casa di Sinistra Italiana Roma Area Metropolitana. Un incontro che non si è limitato alla solidarietà di facciata, ma ha avuto il tono e la sostanza di un atto politico: ascoltare le voci di chi chiede risposte concrete dopo mesi di silenzi istituzionali.

La palazzina incendiata non è solo un edificio da mettere in sicurezza, è il simbolo di una città che rischia di spezzarsi tra chi ha diritto alla città e chi viene lasciato ai margini.
“La politica non può continuare a voltare lo sguardo di fronte all’emergenza abitativa di Bastogi,” è stato il monito lanciato durante la visita. “La palazzina incendiata non è solo un edificio da mettere in sicurezza, è il simbolo di una città che rischia di spezzarsi tra chi ha diritto alla città e chi viene lasciato ai margini.”
Il cantiere, avviato grazie all’impegno della Fillea Cgil Roma e Lazio, delle realtà sociali operative sul territorio e soprattutto alla determinazione degli abitanti, non è semplice volontariato: è resistenza, dignità, protesta. Un atto di autorganizzazione di fronte all’assenza delle istituzioni. “Quello che stiamo facendo qui non è carità – hanno ribadito i promotori – ma un diritto alla casa, alla sicurezza, alla cittadinanza.”
Tuttavia, l’autogestione non può essere la soluzione definitiva. Da Bastogi è partita una richiesta precisa e non negoziabile: l’apertura di un tavolo permanente con il Sindaco di Roma, un centro di costo dedicato e una strategia strutturale per affrontare l’emergenza del quartiere. Bastogi non chiede promesse né pacche sulle spalle: chiede impegni concreti, interventi permanenti e risposte immediate.
La giornata di oggi ha segnato un punto fermo: Bastogi esiste, Bastogi resiste e non farà un solo passo indietro. Le periferie non possono essere terra di nessuno, non possono essere lasciate a se stesse. Roma non si abbandona. E Bastogi è Roma.
In un contesto in cui la politica istituzionale sembra incapace di dare risposte, l’esperienza di Bastogi dimostra che la solidarietà dal basso è capace di costruire soluzioni reali, anche tra le difficoltà più estreme. Ma è tempo che anche le istituzioni facciano la loro parte.
Non perdiamoci di vista!