Periferie da liberare, non da militarizzare: serve una politica che torni ad abitare i territori
8 giugno 2025 Maristella Urru
Periferie da liberare, non da militarizzare: serve una politica che torni ad abitare i territori
Le periferie non sono zone da controllare, ma territori da liberare. Liberare dagli interessi economici che le soffocano, dalla marginalità che viene loro imposta, dalla narrazione distorta che le descrive solo come luoghi di degrado e di emergenza. Le periferie sono spazi vivi, complessi, ricchi di potenzialità sociali e culturali. Ma perché queste potenzialità possano emergere, servono scelte politiche nette e coraggiose.
Fermare il consumo di suolo, dire basta alla rendita immobiliare, significa cambiare modello di sviluppo. Vuol dire mettere al centro il diritto all’abitare, investire nei servizi pubblici, restituire centralità alla partecipazione reale delle cittadine e dei cittadini. Le trasformazioni urbanistiche e sociali non possono più essere calate dall’alto, decise senza il coinvolgimento attivo di chi quei territori li vive ogni giorno. Non è solo una questione di metodo: è una questione di democrazia.

Fermare il consumo di suolo, dire basta alla rendita immobiliare, significa cambiare modello di sviluppo.
Alla Festa provinciale dell’ANPI di Roma, ho avuto il privilegio di discutere di tutto questo in un confronto aperto e appassionato, insieme a Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del Partito Democratico, Alessandro Luparelli, consigliere di Roma Capitale, Andrea Costa di Baobab Experience, e le voci preziose del Quarticciolo Ribelle. Ringrazio l’ANPI per aver creato questo spazio di riflessione e condivisione.
Diverse voci, ma un filo comune: la necessità di una politica che torni ad abitare le periferie, non con la paura, ma con la cura. Un cambio di passo necessario e possibile, che da troppo tempo viene atteso anche nei nostri quartieri.
Oggi più che mai, le periferie non possono essere considerate la periferia della politica. Hanno bisogno di attenzione, di risorse, di una visione che le riconosca come parte viva della città, e non come un problema da contenere. Dobbiamo ripartire da qui. Insieme.
Non perdiamoci di vista!