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Sala piena per "Bangla": con Phaim Bhuiyan un confronto sull’Italia delle seconde generazioni

29 maggio 2025 Redazione

Sala piena per "Bangla": con Phaim Bhuiyan un confronto sull’Italia delle seconde generazioni

Una serata di risate, emozioni e riflessioni profonde. Ieri sera, la proiezione del film “Bangla” ha riempito la sala, ma il vero cuore dell’evento è stato l’incontro con Phaim Bhuiyan, regista, sceneggiatore, attore e una delle voci più autentiche e potenti delle seconde generazioni in Italia.

Dopo la proiezione, il confronto con Phaim è stato diretto e sentito. Si è parlato della sua storia personale, ma anche di quella di tanti e tante giovani che, pur essendo nati o cresciuti in Italia, continuano a vivere ai margini di un riconoscimento pieno come cittadini italiani. Un’identità complessa, fatta di radici multiple, di appartenenze che si intrecciano, ma anche di esclusioni che pesano.

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Ma l’incontro ha toccato anche temi più urgenti e concreti: il diritto alla cittadinanza, le barriere culturali e burocratiche, e la necessità di un’Italia più giusta, più accogliente, più consapevole della sua realtà multiculturale.

“L’ironia è un’arma potente per raccontare la verità,” ha spiegato Phaim, sottolineando come il suo cinema sia uno strumento per rompere stereotipi e accendere riflessioni.

Ma l’incontro ha toccato anche temi più urgenti e concreti: il diritto alla cittadinanza, le barriere culturali e burocratiche, e la necessità di un’Italia più giusta, più accogliente, più consapevole della sua realtà multiculturale.

Un tema che risuona forte alla vigilia dell’8 e 9 giugno, date in cui si terrà il referendum sulla cittadinanza. Un appuntamento decisivo, non solo sul piano legislativo, ma soprattutto come momento di mobilitazione civica e culturale.

“Non è solo un voto, è una presa di posizione,” è stato il messaggio lanciato durante la serata. Un invito a partecipare, a mobilitarsi, a far sentire la propria voce. Per dire chiaramente che chi cresce, studia, lavora, ama in questo paese è parte integrante della comunità. E che l’Italia deve finalmente riconoscerlo.

L’appello finale è semplice ma potente: “Partecipiamo, mobilitiamoci, facciamoci sentire. Con il cuore, con la testa, con il voto.”

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